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Patto stato mafia

Patto Stato mafia;

C'è grande parlare nei media di questo argomento. I misteri si sa, attraggono! A volte si inventano o si dilatano per vendere libri e giornali o solo per il gusto di interessare qualche volta per tornaconto personale o del proprio gruppo o lobby. Questa volta il mistero c'è, lo dicono i pentiti un certo Ciancimino Jr., figlio di don Vito che con  la sua presenza nel consiglio comunale di Palermo dal 1959 al 1964 assicurò ingenti capitali alla mafia spa. Dove siano finiti la maggior parte dei capitali dei Ciancimino questo è tutto da chiarire.  Testi poco raccomandabili per la verità, ma il pool antimafia è preparato, saprà vagliare e cercare riscontri. La Giustizia in Italia è quasi da terzo mondo  La Giustizia è tale solo se i tempi sono certi e brevi altrimenti serve agli storici! Il pool anti mafia si salva da questo sfacelo, è gente specializzata, organizzata. A parte le leggi molto speciali che ci vengono criticate in tutto il mondo civile, ma purtroppo per tutto c'è un prezzo da pagare!
E' normale che i media cerchino di carpire informazioni anzi tempo. L'avviso di garanzia è a tutela dell'indagato ma spesso si trasforma in avviso di "reato". Si sa come la gente pensa quando è a conoscenza di un avviso o solo un interrogatorio da parte del Magistrato. La gente comincia a chiedersi ...."cosa avrà fatto il presunto imputato"... dirà:  "che comunque qualche cosa ci sarà per essere stato chiamato". Tutto questo alla faccia della garanzia sarebbe opportuno un po' di stile e di privacy Il compianto Giudice Falcone, operava in assoluto riservo ed in condizioni di vita disagevoli e sicuramente era un uomo solo, ciò non gli impedì di assestare un colpo poderoso all'organizzazione, col maxi processo, prima e con la "procura" antimafia, poi.
Per questo e tanti altri caduti non ci sono misteri di cui parlare o almeno nessuno ne ha mai parlato, qualcuna di queste vittime più o meno eccellenti, dipende dal punto di vista, neppure è conosciuta alla maggior parte della gente di qui, e proprio perché non ci sono stati strani misteri. Da che mondo è mondo quasi tutti gli stati scendono a patti e l'Italia non fa differenza. E' di questi giorni la liberazione della cooperante sarda rapita in africa, altri credo impiegati altro agente nello Yemen, per tutti questi e per tanti altri ci è stata o ci sarà trattativa. Il problema è capire queste trattative cosa costano! Si cerca di mediare anche per le stragi di Milano, Roma e Firenze, probabilmente per salvare altre vite, voglio sperare solo per questo, altrimenti dove sta la trattativa. Alla fine qualche cosa c'è stato di questo ormai tutti siamo convinti.
Se c'è coscienza che sia stato pagato un prezzo troppo alto bisogna andare avanti. Il prezzo è stato il 41 bis? Bene ci sono nomi e cognomi. I misteri non c'entrano niente. ----Veleni, invidie e attacchi politici. Giovanni Falcone, oggi simbolo dell’antimafia, in vita era un uomo solo, disprezzato e ostacolato nel suo lavoro di magistrato. Maria Falcone, sorella del giudice palermitano, lo ricorda così nel suo libro “Giovanni Falcone. Un eroe solo” scritto insieme a Francesco Barra e presentato nella rassegna viterbese Caffeina cultura. Oggi la Procura di Palermo che indaga sulla Trattativa Stato-mafia riceve duri moniti da parte della politica e della stampa. Complice di questo clima avvelenato l’intercettazione tra Mancino e Napolitano depositata presso il tribunale siciliano. "Falcone era un uomo solo, il primo che parlò di Mafia, Ingroia ha oggi il sostegno della società civile” afferma la sorella di Falcone “non sono situazioni paragonabili”. “Al di là del metodo di Ingroia – continua la professoressa Falcone – penso che bisogna rivedere il meccanismo delle pubblicazioni di alcune intercettazioni irrilevanti per i fatti di mafia. Le risposte di D’Ambrosio a Mancino sono quelle tipiche che si usano quando si deve liquidare qualcuno a cui però non puoi non dare udienza per il ruolo che hanno rivestito”. Polemiche a parte, purtroppo “in Italia gli eroi si riconoscono sempre quando sono morti” afferma con amarezza la signora Falcone “perché non possono dare più problemi” di Irene Buscemi

Stupefacenti le dichiarazioni di Maria Falcone che parla di "intercettazioni irrilevanti Infatti è così, tutti quelli che hanno letto realmente queste frasi le giudicano così.
Nel frattempo certa opinione pubblica, quella che probabilmente legge solo i "titoli" si è convinta che le più alte istituzione italiane sono colpevoli di alto tradimento. Il nostro presidente non ha niente di cui avere preoccupazione, visto che all'epoca dei fatti il presidente era altro. Quindi sta difendendo l' "istituzione", non tanto per se ma per i futuri presidenti.
Anche in questo caso Falcone, insegna, per chi vuole approfondire cosa significa essere attaccati  mentre si svolge il lavoro di Magistrato:
http://www.youtube.com/watch?v=k5JGWBP7U8Y
http://www.youtube.com/watch?v=qpK6Ys1pCqg
Potrebbe tornare utile cosa diceva Falcone del 3° livello, finalmente parole sue e non manipolate come è costume di certa parte politica e di tanti giornalisti e sociologi da strapazzo.
Falcone scrive che il Terzo Livello, quello che alcuni riterranno responsabile della sua uccisione, è soltanto un fraintendimento. Non esiste nessun terzo livello. Anzi, chi lo cerca, non fa che ritardare le indagini e complicare il lavoro dei magistrati.
Da :Cose di Cosa Nostra, il libro che il giudice scrisse nel 1991, poco prima della sua morte
  breve antologia dei pensieri di Giovanni Falcone:
Il Csm è diventato anziché organo di autogoverno e garante della magistratura, una struttura da cui il magistrato si deve guardare… con le correnti interne diventate cinghia di trasmissione della lotta politica. (La Repubblica, 20 maggio 1990)
Quanti altri danni deve produrre questa politicizzazione della giustizia? (La Stampa, 6 settembre 1991)
Io dico che bisogna stare attenti a non confondere la politica con la giustizia penale. In questo modo l’Italia pretesa culla del diritto, rischia di diventarne la tomba. (La Stampa, 6 settembre 1991).
Non si può investire della cultura del sospetto tutto e tutti. La cultura del sospetto non è l’anticamera della verità. La cultura del sospetto è l’anticamera del khomeinismo. (citato in Mario Patrono, Il cono d’ombra, Milano 1996).
Mi sento di condividere l’analisi secondo cui, in mancanza di controlli istituzionali sull’attività del Pm, saranno sempre più grandi i pericoli che influenze informali e collegamenti occulti con centri occulti di potere possano influenzare l’esercizio di tale attività… Mi sembra giunto il momento di razionalizzare e coordinare l’attività dei Pm finora reso praticamente irresponsabile da una visione feticistica della obbligatorietà dell’azione penale e dalla mancanza di tali controlli su tale attività. (convegno di Senigallia, 15 marzo 1990)
Il Pm non deve avere nessun tipo di parentela col giudice e non essere, come invece oggi è, una specie di para giudice… Chi come me richiede che siano invece giudice e Pm due figure strutturalmente differenziate nelle competenze e nella carriera, viene bollato come  nemico dell’indipendenza della magistratura; un nostalgico della discrezionalità dell’azione penale desideroso di porre il Pm sotto il controllo dell’Esecutivo. (La Repubblica, 3 ottobre 1991)
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Pensiero personale: a voler pensar male certo è che Giovanni Falcone i suoi peggiori nemici li aveva nello schieramento di sinistra a sostegno della magistratura e in alcuni magistrati stessi…
 
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