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Riforma del processo penale "dimezzati" i PM

L'opera della maggioranza non è conclusa. Il premier Silvio Berlusconi ha già tracciato il prossimo passo: l'abolizione del secondo e del terzo grado per chi viene assolto in primo. Poi verrà tutta la parte delle modifiche costituzionali, a cominciare dal Consiglio superiore della magistratura.
Il Consiglio dei ministri alla fine approva il disegno di legge sul processo penale. Si tratta di cinque deleghe, in parte ritocchi "di servizio", in parte norme che incidono pesantemente sui procedimenti. Praticamente dimezzate le prerogative dei pubblici ministeri, la Lega ottiene l'elezione dei giudici. Pd e Idv duri, l'Udc contesta solo il metodo.
Tornando alle misure di oggi, la parte più attesa rispecchia pienamente le indiscrezioni. C'è la modifica del rapporto tra pm e polizia giudiziaria, ed è esattamente - niente di più, niente di meno - una limitazione dei poteri dei primi. Il pm "non può più prendere cognizione diretta delle notizie di reato. Si limiterà a riceverle dalla polizia giudiziaria". Quest'ultima "godrà di maggiore autonomia, così da poter svolgere investigazioni anche autonome rispetto a quelle delegate dal pm".

E' passato in secondo piano visto il duro scontro istituzionale che si è sviluppato sul caso di Eluana Englaro, ma si tratta comunque un provvedimento atteso e, come previsto, contestato.
Il Consiglio dei ministri di oggi (venerdì) è riuscito alla fine ad approvare il tante volte rinviato disegno di legge di riforma del processo penale.
Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha rivendicato l'ascolto e l'accoglimento di alcune proposte dell'opposizione e dell'Associazione nazionale dei magistrati.
Non sono dello stesso avviso Partito democratico, Italia dei valori e Udc, che hanno subito contestato il metodo e il merito del ddl, articolato in cinque deleghe che il governo chiede al Parlamento per approfondire la materia.
Ci sono norme "di servizio" come il riordino delle comunicazioni e delle notificazioni del procedimento penale e delle audizioni di testimoni nel corso dei processi e a distanza, la digitalizzazione dell'amministrazione della giustizia,
la sospensione del processo celebrato in assenza dell'imputato.
C'è l'accoglimento, ancora di una volta, di un principio fortemente voluto dalla Lega nord: l'elezione dei giudici,
limitata ai viceprocuratori onorari presso il giudice di pace.
Ma ci sono soprattutto una serie di misure che incidono sull'organizzazione e la struttura del processo penale.
In generale, fanno pendere maggiormente il processo dalla parte della difesa.
Secondo la maggioranza ce n'era bisogno, secondo Pd e Italia dei valori no,
a mio modesto avviso, si. Meglio un colpevole fuori che un'innocente dentro.
Ritengono che l'articolo 111 della Costituzione (quello sul giusto processo) sia già applicato dalla leggi in vigore. I democratici (almeno la parte che detiene l'onere della gestione del dossier, a cominciare dal ministro ombra Lanfranco Tenaglia) si sarebbero limitati a qualche modifica di funzionalità, per rendere il servizio più efficiente.
E' previsto "un maggiore controllo sulle richieste di emissione di provvedimenti cautelari formulate dal pm"
assicurato tramite il visto obbligatorio del capo dell'ufficio. La polizia giudiziaria "potrà compiere tutti gli atti urgenti anche dopo che il pm ha assunto la direzione delle indagini e svolgere di iniziativa propria ogni attività necessaria ad accertare reati". Salvo casi particolari,
"la pg svolge le indagini e relaziona al pm entro sei mesi" mentre per accertamenti tecnici, interrogatori o confronti con l' indagato dovrà farsi autorizzare dal pm.
Sembra finita un'era di dominio incontrastato dei PM.
Se queste riforme complessivamente saranno un bene o un male lo vedremo solo nell'applicazione pratica
.